martedì 30 ottobre 2007

Un film: Collateral.


USA, 2004. Regia di Michael Mann.
Paris, Filmothèque Quartier Latin. 30.10.2007

Un eccellente film d'azione, costruito in un coinvolgente crescendo e tecnicamente ineccepibile: Tom Cruise è perfetto nel suo ruolo di cattivo spietato.

Qualche diaologo filosofeggiante di troppo, ma è veramente un difetto da poco rispetto al film nel suo complesso.

Voto di Kurtz: doppio cuoricino.

lunedì 29 ottobre 2007

Un nuovo post sulle frasi fatte.

Quando uno dei più grandi scrittori italiani degli ultimi secoli prende spunto da un tuo post per scriverne uno a sua volta, ecco, questa è una piccola soddisfazione.

A questo link il mio post originario, mentre a questo quello di Riccardo Venturi.


(Quello nella foto non sono io, e né è Riccardo Venturi)

Un film: Paranoid Park.

Film francese, americano, 2007. Regia di Gus Van Sant.
MK2 Bibliothèque, 27.10.2007

Delude un po' questo nuovo e pubblicizzatissimo (per lo meno in Francia) film di Gus Van Sant. Forse le aspettative erano troppo alte, forse lo stile freddo del regista questa volta è stato troppo freddo, forse manca un po' di tensione.

Voto di Kurtz: più.

Una leggenda metropolitana? Il SUV a Parigi.



Da qualche anno quando si parla di SUV, di traffico e inquinamento, non manca mai il riferimento a Parigi, dove la circolazione ai SUV sarebbe interdetta.

Anche questo articolo di Repubblica riporta la notizia.

Ora, a me capita di andare a Parigi almeno una volta a settimana, penso di conoscerla abbastanza bene perché ci giro molto, a piedi in bici e in vespa, pero' finora.....non ho mai visto un cartello che impedisse ai SUV di entrare in città, o un vigile fare una multa al proprietario di un SUV. Anzi, a Parigi le strade o sono chiuse per tutti (tranne bici e mezzi pubblici) o non lo sono per nessuno: solitamente è cosi'. Quando alcune strade del centro sono chiuse al traffico (per esempio i quai lungo la Senna di domenica), lo sono per tutti, non solo per i mezzi Euro 3, Euro 12, Euro 14 o amenità varie.

A questo punto ci sono due possibilità:

1. Io sono rincoglionito e non mi sono mai accorto che la circolazione in SUV è vietata a Parigi.
2. I giornalisti italiani ripetono bovinamente da anni una notizia senza verificarla.

Le due possibilità non sono mutuamente esclusive.

domenica 28 ottobre 2007

Lo sportello chiude à 20h30.

Questa sera sono andato a fare la nuova tessera per il cinema MK2/UGC: dopo aver visto gli orari e i luoghi sul sito MK2, ho deciso di andare a MK2 Bibliothèque. Orari ufficiali dello stand per la domenica: 11h-20h30.

Sono arrivato alle 18.41 (1 ora e 49mn prima delle 20h30) a MK2 Bibliotèque e c'era una discreta fila allo stand della tessera: la fila era pero' chiusa e c'era un cartello che diceva più o meno cosi': "Lo sportello chiude alle 20h30, ma non potete mettervi in fila perché abbiamo calcolato che con la gente attualmente in fila e con il tempo medio per ogni tessera sarete esclusi, visto che lo sportello chiude alle 20h30". Ho chiesto spiegazioni alla signorina MK2 che di tanto in tanto passava e lei mi ha detto più o meno la stessa cosa: lei si puo' mettere in coda, ma alle 20h30 precise lo sportello chiude, quindi è a suo rischio e pericolo se poi non riesce ad arrivare allo sportello per le 20h30.

A me questa mi sembra una grande stronzata. Quando si pubblica un orario dev'essere quello della fine di accettazione in fila, non quello di chiusura dello sportello!

Vi immaginate che alle 20 precise vi sbattano fuori dal supermercato senza la spesa perché le casse hanno chiuso mentre voi facevate la vostra spesa?

Da casa io come faccio a sapere se partendo alle 18h15 per andare allo sportello trovo in fila una quantità di gente tale per cui io saro' escluso?

A dire il vero il metodo c'è e si chiama "statistica": prima di partire da casa avrei dovuto farmi dare i dati di affluenza agli sportelli per la tessera delle domeniche scorse in funzione dell'orario, tenere in considerazione eventuali scostamenti dovute per esempio al fatto che oggi è cambiato l'orario e altri fattori aleatori. Poi rispolverare i libri di statistica dell'università, fare qualche calcolo e decidere a che ora partire da casa.

La stupidità e la rigidità formano un'accoppiata micidiale.

P.S.: Ovviamente mi sono messo in coda lo stesso e ho avuto la mia tessera. Oltre ad essere stupidi gli omarini MK2 hanno anche calcolato male i tempi; alle 19h42, infatti, avevo la mia tessera in mano. Secondo loro il mio turno sarebbe arrivato oltre le 20h30. CRETINI.

P.S.: Visto che Blogspot non è molto evoluto e non consente di mettere della musica in sottofondo, sappiate che questo messaggio è stato scritto con il sottofondo musicale dell'album Funeral, degli Arcade Fire. Consigliatissimo.

venerdì 26 ottobre 2007

Un film: La part animale.

Film francese, 2006. Regia di Sébastien Jaudeau.
Paris, Mk2 Beaubourg. 25.10.2007

La storia di un ragazzo, che iniziando a fare il suo nuovo lavoro, il masturbatore di tacchini in un allevamento, riflette sugli animali, sugli uomini.

Sicuramente interessante, pero' non giudicabile perché una parte dei dialoghi mi è sfuggita (come mi capita spesso con i film ambientati in provincia).

martedì 23 ottobre 2007

Ode alla boulangerie.

La boulangerie è la panetteria: in realtà la boulangerie propone anche dolci, quindi è una panetteria in senso esteso.

(Foto di una boulangerie qualsiasi trovata in rete. Quella nella foto non sono io).

La boulangerie in Francia è un'istituzione, dappertutto, a Parigi come in periferia, al nord come al sud: c'è una quantità sterminata di boulangerie sparse nel territorio francese e spesso la qualità è alta. La classica baguette, tipo di pane che dev'essere consumato fresco, viene sfornata più volte al giorno, a diversi orari.

La baguette a colazione con il burro è un'altra istutuzione per i francesi, che tengono molto a questo momento della giornata, in cui tutto è permesso: è un piacere uscire la domenica mattina e vedere la gente che fa la coda fuori dalla buone boulangerie per comprare la sognata baguette e magari qualche dolce per il pranzo.

La boulangerie rilassa l'animo dei francesi: non ho mai visto gente nervosa in coda per il pane. No, stanno in fila, anche al freddo, ordinatissimi e hanno dei visi rilassati e contenti.

Secondo me chi va spesso in boulangerie scopa meglio.

Se è vero che la baguette è sicuramente il pane francese più famoso, è anche vero che non è l'unico: la fantasia non manca ai 'nostri cugini transalpini' (da notare che loro ci chiamano allo stesso modo). Pane ai cereali, ai fichi, all'uva, al papavero...Il pane ai fichi si mangia nel periodo natalizio con il fois gras.

Ultimamente ho scoperto il pain sportif, il pane sportivo: è un pane dal peso specifico incredibile. Un piccolo innocuo pezzo di pain sportif pesa centinaia di kg e ti dà energie per decine di anni.

E' buono il pain sportif: l'ho scoperto in Bretagna, quando prima di prendere il treno sono passato da una boulangerie e ne ho preso un paio di pezzi. In treno ho avuto l'illuminazione assaporandolo e mi sono ritenuto un uomo fortunato. I grandi piaceri spesso derivano dai piccoli piaceri. In poche parole, è del pane con dei piccoli prezzi di frutta, secca e non. Non lo so perché è cosi' buono, cosa ci mettano dentro.

L'odore del pane fresco che viene dalle boulangerie mentre passeggi sicuramente contribuisce al fascino della capitale. Parigi senza boulangerie non sarebbe altrettanto bella.

E' un vero peccato che in Italia si sia persa completamente la tradizione del pane: ci vorrebbe un piano politico avente lo scopo di riprendere questa nobile e nello stesso tempo popolare tradizione
del pane buono, fresco, cosi' differente dagli schifosissimi pani industriali che si trovano nei supermercati.

Giuro che se un giorno saro' presidente del consiglio in Italia faro' fruttare i miei anni francesi.

P.S.: secondo quanto leggo in rete, questa è la migliore boulangerie di Parigi 2006.

lunedì 22 ottobre 2007

Italiani, vi sentite stretti?

Oggi sono felice: mi ricollego a questo mio precedente post (lo so, sono eccessivamente autoreferenziale) per annunciare al mondo intero che per la prima volta in questo autunno, l'Italia è "nella morsa del freddo".

Voilà la prova da Repubblica on line:

Deux vies plus une.

Francia, 2007. Regia di Idit Cebula.
20/10/2007, Paris, Mk2 Bibliothèque.

Simpatica commedia intimista con una coppia di attori bravissimi (Emmanuelle Devos e Gérard Darmon). La storia, benché molto semplice, convince.

Voto di Kurtz: cuoricino.

domenica 14 ottobre 2007

Un film: Tout est pardonné.

Film francese, austriaco, 2007. Regia di Mia Hansen-Love.
14.10.2007, Mk2 Hautefeuille.

Molto delicata quest'opera prima di una ex critica de Cahiers de Cinéma (26 anni, da quanto ho letto in giro): buon ritmo e personaggi convincenti.

Voto di Kurtz: cuoricino.

Un film: Un jour sur terre

Inghilterra 2007, di Alastair Fothergill e Mark Linfield.
13.10.2007, Paris, Mk2 Nation.
Titolo originale: Earth.

Spettacolare documentario della BBC. L'idea è semplice e bella: mostrare alcune scene della vita animale e vegetale del nostro pianeta da polo a polo. Il risultato a mio avviso è ottimo, come la qualità delle immagini e il commento, sia sonoro che degli essere umani. Tra le sequenze, ce ne sono alcune aeree e altre sottomarine.

Due le scene più belle: l'elefante solitario che di notte è attaccato da un branco di leoni e tigri e ne esce perdente. Durante il giorno l'elefante ha la meglio, ma nella notte i felini sono avvantaggiati dalla vista, nettamente migliore di quella del simpatico pachiderma.

L'altra è la scena al rallentatore dello squalo che emerge dall'acqua e agguanta una foca: incredibile.

Il film inizia e finisce con delle sequenze sul più bell'animale del pianeta: l'orso polare. Al termine del documentario, durante il quale l'uomo non viene mai citato, una scritta laconica ci ricorda che se il riscaldamento della terra procede con lo stesso passo degli ultimi decenni, entro il 2030 gli orsi polari potrebbero scomparire.

Il sito ufficiale (in più lingue): http://www.unjoursurterre-lefilm.com/

Voto di Kurtz: cuoricino.

venerdì 12 ottobre 2007

Frase fatte, parte seconda.


Era ovvio che qualcosa mi sarebbe sfuggito nel post sulle frasi fatte.

Come dimenticare che alla televisione non si è mai "commossi", né "molto commossi", né "un po' commossi", ma sempre "visibilmente commossi"?

E cosa dire quando è previsto un inasprimento contro i malviventi, gli evasori o qualche altra categoria? Si parla ovviamente di "giro di vite".

lunedì 8 ottobre 2007

Orrori linguistici: il double check.


Ho deciso che appuntero' su questo blog tutti gli orrori linguistici che sento quotidianamente.

Oggi un cliente mi ha detto al telefono: "Guarda, su questo argomento ne so poco. Senti xyz (ndr. il nome non è di fantasia, si chiama effettivamente cosi') e fai un double check con lui".

Io non so cosa sia un double check e mi rifiuto di saperlo. Ho semplicemente telefonato alla persona xyz (il nome non è di fantasia, si chiama effettivamente cosi') e ho fatto una verifica sull'argomento.

E cosi' oggi ho imparato una nuova espressione da evitare: double check.

P.S. L'immagine non ha niente a che vedere con il messaggio, pero' mi piaceva molto.

Frasi fatte.

(Disegno di una morsa)

Una cosa che apprezzo è la varietà del linguaggio giornalistico, sia esso televisivo o giornalistico.

Per esempio, ho notato che al telegiornale gli omicidi sono sempre e solo "efferati": non ho mai sentito di un omicidio crudele, duro, barbaro, ma sempre e solo di omicidi efferati.

E nessuno viene mai ucciso a colpi di pistola: viene sempre "freddato".

In estate fa caldo? Innanzitutto bisogna sapere che "l'estate in corso è la più calda degli ultimi 80-120-250-175 anni" (a seconda del telegiornale che sentite o del momento della giornata).
E poi, in ogni caso, in Italia non fa mai caldo: semplicemente, "l'Italia è stretta nella morsa del caldo". Bisogna altresi' ricordarsi che in Sicilia non fa mai 40 gradi: in Sicilia, "la colonnina di mercurio ha raggiunto i 40 gradi".

Analogamente per l'inverno: ogni tanto mi aspetto di accendere la tv e sentire un tizio che dica: "Fa un freddo della Madonna", oppure "In Italia si muore di freddo", oppure ancora "Che minchia di freddo!".
Invece non è cosi': non fa mai freddo in Italia, ma "l'Italia è stretta nella morsa del freddo".

E in Trentino non fa meno 5 gradi, no, cazzo. Sarebbe troppo semplice se in Trentino facesse meno 5. In Trentino ,invece, "la colonnina di mercurio è scesa sotto gli zero". E che cazzo. Vuoi mettere l'eleganza linguistica di quest'espressione?

Babbo: -Che tempo fa in Francia?
Io: -La colonnina di mercurio ha raggiunto i 20 gradi.
Babbo: -Che figlio coglione che ho!

E se in aprile capita che faccia freddo per qualche giorno, non puo' che essere "un colpo di coda dell'inverno".

Per non parlare degli equilibri naturali: avete mai sentito parlare di un equilibrio naturale che non sia "delicato"? No, sono tutti "delicati" questi cavolo di equilibri naturali! Sempre! 15 leoni stanno sbranando una gazzella viva incinta? L'equilibrio è delicato.

E le fatalità? Sono sempre "tragiche", ovviamente.

P.S. postumo: continua qui e qui

martedì 2 ottobre 2007

Fine primo tempo.

Ogni volta che vado al cinema in Italia rimango purtroppo deluso: saro' snob, saro' elitario, saro' quello che volete, pero' vedere un film con un continuo brusio in sottofondo non è affatto interessante. I commenti in diretta, poi, mi interessano ancora di meno, e purtroppo è difficile evitarli se accanto avete uno spettatore particolarmente loquace.

Per me il cinema è una cosa sacra, da gustare in perfetto silenzio, un evento che ha qualcosa di magico e di molto personale. Ed è lo stesso motivo che non sopporto la pausa tra il primo ed il secondo tempo: cosa cavolo significa? Che senso ha interrompere un film nel quale sei immerso fino all'anima? Con quale coraggio puoi interrompere il legame che si viene a creare tra te e gli attori per comprare dei popcorn o, peggio, per andare in bagno? Cosa possono pensare i de Niro dall'altra parte dello schermo, le Liv Ullman, gli Al Pacino quando vi vedono alzarvi impietosamente e ritornare qualche minuto dopo con una lattina in mano?

Già in Italia dobbiamo sorbirci i film doppiati (in un altro post approfondiro' anche questo tema; per ora mi limito a dire che ho sempre maggiori difficoltà a vedere film doppiati. Anche quando vedo un dvd scelgo sempre la lingua originale, anche se per me incomprensibile, con i sottotitoli), a cio' aggiungiamo gli spettatori loquaci e rumorosi e la pausa popcorn.

Niente da fare, per ora rimango in Francia, almeno fin quando non ci sarà la pausa al cinema, fin quando i film saranno in lingua originale e fin quando gli spettatori saranno più rispettosi.



Sono delicato, lo so.

Un film: 28 settimane dopo.

Inghilterra 2007, regia di Juan Carlos FRESNADILLO.
28.09.2007, Milano, cinema Odeon.

Interessante e teso ed inquietante questo film horror. Robert Carlyle è bravissimo nel suo ruolo (solitamente non mi piace affatto), la tensione non manca e questo per un film dell'horror direi che è indispensabile. Avvincente il montaggio.

Voto di Kurtz: cuoricino.

lunedì 1 ottobre 2007

Oriana Fallaci.

Purtroppo Oriana Fallaci è conosciuta dalle nuove generazioni grazie, o a causa, dei suoi pessimi scritti del 2001 e successivi.

Io avevo letto qualche anno fa un suo libro, "Lettera ad un bambino mai nato", che mi colpi' molto per la sua durezza e umanità nello stesso tempo. Un giorno probabilmente lo rileggero', magari dopo aver letto qualche altro suo libro.

Un paio di settimane fa ho comprato per caso in edicola il bimestrale "L'Europeo di Oriana Fallaci": la rivista contiene delle interviste ed articoli scritti dalla Fallaci a partire dagli anni '50 su L'Europeo. Si passa da una simpatica e spietata descrizione dell'ambiente mondano di Saint Tropez degli anni '60 ad un articolo sull'occupazione sovietica dell'Ungheria del '56 passando per varie interviste a personaggi famosi.

Un interessante articolo è su Chet Baker, che all'inizio degli anni '60 è stato in prigione in Italia per motivi di droga: la Fallaci fa appello a Scelba perché dopo la scarcerazione Beker possa rimanere in Italia ed evitare di rientrare negli Stati Uniti, dove lo stesso Baker ha paura di ricadere nel circolo della droga. Fa tenerezza vedere le foto di Baker, che in Italia era ancora un illustre sconosciuto, suonare con un gruppo di studenti universitari dopo la sua scarcerazione.
La Fallaci scrive che durante il processo gli avvocati e il giudice non sapeva chi fosse questo Baker, e che durante la prigione gli altri carcerati gli chiedevano di suonare Tintarella di luna o altro mentre lui si esercitava.


Tra gli altri articoli segnalo quello su Orson Welles, uomo dotato di grande intelligenza e grande spirito, oltre che geniale regista. La Fallaci ricorda il discorso con cui Orson annuncio' alla radio lo sbarco dei marziani:
<<"Signore e signori, ho una notizia grave da darvi. Creature misteriose venute da Marte sono approdate stanotte in New Jersey. Il presidente degli Stati Uniti prende la parola e prega Iddio". Era la notte del 30 ottobre 1938. Nel panico che ne segui', migliaia di fessi restarono feriti, migliaia di gambe e di automobili si ruppero, e ci furono suicidi, aborti, infarti cardiaci, mentre le chiese si riempivano di gente che si scusava con Dio, le colline del Dakota formicolavano di cittadini con l'asciugamano bagnato sulla testa, la maschera antigas sulla faccia, l'Esercito della Salvezza gridava:"Andate a casa, fratelli! Preparatevi a morire!" e John Barrymore uccideva i suoi dieci piccoli danesi perché non fossero mangiati dalle creature siderali.>>

Tra le interviste segnalo quelle a Toto', che scopriamo essere uomo solitario e anche un po' malinconico, a Coco Chanel, a Indira Gandhi.

L'intervista che più mi ha colpito pero' è quella a Alekos Panagulis, uomo chiave della resistenza greca contro il regime dei colonnelli: Alekos era da pochi giorni uscito dal carcere, dopo avervi passato parecchi anni e subito le peggiori torture (alcuni passi sono veramente difficili da leggere: l'intervistato non ci risparmia i dettagli) per essere stato l'organizzatore dell'attentato, fallito, contro il regime dittatoriale di George Papadopoulos.

- Oriana: Alekos, cosa significa per te essere un uomo?
- Alekos: Che discorsi! Significa avere coraggio, avere dignità. Significa credere nell'umanità. Significa amare senza permettere a un amore di diventare un ostacolo. Significa lottare. E vincere. Oppure perdere bene. Guarda, più o meno quel che dice Kipling in quella poesia intitolata"Se". E per te cos'è un uomo?
- Oriana: Direi che un uomo è cio' che sei tu, Alekos.

Dopo l'intervista la Fallaci e Panagulis divennero compagni di vita.

Insomma, se non l'avete capito, consiglio di comprare l'Europeo e leggerlo poco per volta, con attenzione come sto facendo io: la mia impressione è che la Fallaci facesse sentire a proprio agio gli intervistati e che le bastasse fare poche e brevi domande per farli parlare con molta schiettezza.